Attraversamenti pedonali e zone a traffico limitato

01 giu 2017 Infrastrutture
Per fornire maggiore sicurezza ai pedoni all’attraversamento delle strade che si andavano trafficando sempre più, già dal primo trentennio del secolo scorso vennero installati degli speciali “mezzi di attraverso pedonale” in diverse forme. Il primo semaforo in Europa è stato costruito a Copenaghen nel 1933. In Germania venne installato per la prima volta un semaforo per pedoni, esattamente nel 1937 a Berlino. Nel semaforo pedonale, delle strisce bianche spezzate nella direzione di marcia a sinistra e a destra delimitano il passaggio pedonale. I pedoni attraversano la strada su ampie strisce di colore bianco sulla carreggiata, meglio note come strisce pedonali. In Germania queste “strisce zebrate” (“Dickstrichkette”, come erano denominate in passato) non sono regolate dal semaforo e vengono utilizzate con una segnaletica ben visibile nelle aree urbane.
Poiché è proprio in questi punti che molto spesso i cosiddetti utenti vulnerabili, quali pedoni e ciclisti, sono coinvolti nel traffico stradale, sono necessarie misure speciali di protezione. Tenuto conto del fatto che la velocità è un fattore di rischio primario, sono stati perseguite in tal senso diverse strategie in tutto il mondo. Oltre alle aree pedonali che sono chiuse ai veicoli a motore, e i modelli di strade e piste ciclabili, esistono in Germania delle zone a traffico limitato. In questo caso, il limite di velocità per i veicoli a motore è di circa 7 km/h e anche le biciclette non possono assolutamente superare tale limite. Inoltre tutti gli utenti della strada sono uguali e non devono interferire tra loro inutilmente.
In molte aree residenziali di alcuni paesi europei come, ad esempio, in Russia, Lettonia, Ucraina e Bielorussia, viene applicata una velocità massima di 20 km/h. Nel 2014, il Portogallo ha seguito tale esempio e ha posto il limite di 20 km/h per le aree residenziali selezionate. In Svizzera, queste aree vengono denominate “Begegnungszone (zone di incontro)”. La zona con limite di velocità a 30 km/h si è imposta ed è stata testata in molti paesi europei. In questo caso, le considerazioni sono in parte talmente ampie che si è pensato all’introduzione di un limite di velocità all’interno delle città di 30 km/h, per cui nelle strade principali e p per il ?usso di traffico delle strade più importanti è necessario continuare a porre un limite di 50 km/h Ma questo concetto è fonte di grande disaccordo.
Le “Tempo-30-Zonen (zone con limite di velocità a 30 km/h)” sono state sperimentate in Germania dal 1983 nell’ambito di progetti pilota e ben presto introdotte per molte città e paesi. La velocità è stata poi ridotta ulteriormente con le “Tempo-20-Zone (zone con limite di velocità a 20 km/h)”. I tratti stradali contrassegnati sono stati ora introdotti in molte aree residenziali o commerciali. I pedoni sono autorizzati ad avere precedenza nell’intera zona di traffico, ma non devono ostacolare inutilmente il tra?co veicolare. Nelle zone a tra?co limitato è consentito guidare esclusivamente “a passo d’uomo” e il conducente non deve mettere in pericolo né ostacolare i pedoni. Se necessario, devono aspettare. Anche nelle zone a tra?co limitato i pedoni non devono ostacolare inutilmente il tra?co veicolare. Già nel 1977, in Germania si sono svolti i primi progetti pilota con zone a tra?co limitato. Nel 1980, il concetto di zone a tra?co limitato è stato legalmente incorporato nel codice di circolazione stradale tedesco.
Nella statistica tedesca sugli incidenti stradali, dal 1995 vengono pubblicati dati relativi agli incidenti e agli infortuni sulle strisce pedonali (strisce zebrate) e nelle zone a tra?co limitato. Fino agli inizi degli anni 2000, è stato possibile riscontrare dei cali signi?cativi e duraturi delle cifre relative alle vittime di incidenti. Nella Figura 33 vengono riassunte, ad esempio, le frequenze assolute di cifre per lesioni gravi e decessi.
La grande importanza delle riduzioni di velocità all’interno delle città con misure e segnaletiche di supporto per la costruzione delle strade si ri?ette nelle zone a tra?co limitato. Qui, a partire dai primi anni del 2000, il numero di feriti gravi in tutta la Germania era compreso tra 200 e 250 e il numero di persone uccise dal 1996 è costantemente a livelli bassi. Solo una vittima nelle zone a tra?co limitato è stata registrata nel 2012. Questi dati si avvicinano all’obiettivo di “Vision Zero”.
Se in passato, in primo luogo, l’obiettivo era quello di consentire al pedone l’attraversamento di una strada senza pericolo, adesso l’attenzione si focalizza su una convivenza premurosa e sicura delle varie categorie di utenti della strada nelle zone utilizzate in comune. A livello internazionale è stata scelto il termine “Shared Spaces”.