La sicurezza stradale è una sfida globale
Contando i morti nel 2016 degli Stati membri dell’Unione europea e negli Stati Uniti, si arriva a circa 65.000.Tuttavia, è soltanto una porzione del miliardo e 25 milioni di persone che secondo il “Global Status Report sulla sicurezza stradale 2015” dell’OMS perdono la vita ogni anno sulla strada. Le differenze sono enormi tra le singole Regioni. Mentre il numero di vittime nella maggior parte dei Paesi “ricchi” diminuisce in modo più o meno costante da decenni, aumenta invece in molti Paesi emergenti e in via di sviluppo. Secondo l’OMS, circa il 90% di tutti i decessi si verificano nel traffico dei Paesi con un reddito medio- basso anche se solo il 54% di tutti i veicoli in tutto il mondo è sulla strada. In tutto il mondo, il tasso di letalità nel traffico nei Paesi a basso reddito è due volte più alto che nei Paesi ad alto reddito. Il rischio di essere investiti e uccisi è particolarmente elevato per gli utenti della strada più vulnerabili, come pedoni, ciclisti e motociclisti.
In termini di sicurezza stradale, secondo l’OMS negli ultimi anni ogni Paese ha registrato successi che le misure di “Best Practice” hanno attuato in combinazione con i requisiti legislativi. Nel frattempo ben 47 Stati nel mondo hanno posto dei limiti di velocità fino a 50 km/h in aree abitate, 34 Stati hanno fornito indicazioni sul contenuto massimo di alcol al volante, l’obbligo del casco per i motociclisti è presente in 44 Paesi, in 105 Stati è richiesto dalla legge l’obbligo delle cinture di sicurezza per tutti i passeggeri di un’automobile e in 53 Paesi è necessario utilizzare dei speciali sistemi di ritenuta per il trasporto dei bambini in auto. Al fine di seguire costantemente il percorso rispetto all’obiettivo perseguito dalla “Vision Zero”, questi numeri devono essere assolutamente migliorati negli anni a venire.