Mobilità su due ruote in sicurezza
Per migliorare in modo duraturo la sicurezza della mobilità a due ruote vi sono numerosi possibili approcci. Oltre a diverse misure, per esempio a livello tecnico e infrastrutturale, sono soprattutto gli utenti della strada a essere chiamati in causa in prima persona: sono tenuti a contribuire attraverso il loro comportamento, una maggiore consapevolezza del rischio e il rispetto di norme e standard di sicurezza all’ulteriore riduzione del numero di incidenti che vedono coinvolti i conducenti di moto, ciclomotori, bici, pedelec e monopattini.
I capitoli precedenti del presente rapporto sulla sicurezza stradale hanno evidenziato chiaramente che il numero di utenti di veicoli a due ruote morti o feriti sulle strade di questo mondo può essere ridotto con un’ampia serie di misure. Nonostante siano già stati raggiunti molti obiettivi, tutti gli sforzi devono essere mirati a prevenire per quanto possibile in anticipo gli incidenti. Anche quando l’altro veicolo coinvolto (nel caso più frequente un’automobile) procede a velocità relativamente lenta, le collisioni causano spesso lesioni gravissime.
In rapporto al chilometraggio percorso, i più esposti al rischio di essere vittima di un incidente stradale sono in particolare i conducenti di veicoli a due ruote motorizzati. Ciò non vale solo fuori dai centri abitati, dove perde la vita la maggior parte dei motociclisti, ma anche nei centri urbani. A corroborare tale considerazione è per esempio lo studio “Road Safety in European Cities – Performance Indicators and Governance Solutions” pubblicato nel 2019 dall’International Transport Forum. In base a tale ricerca, in rapporto a un milione di chilometri percorsi, la guida di un veicolo a due ruote motorizzato è collegata a un numero di decessi quadruplo rispetto all’andare in bici. Rispetto alle automobili, il rischio è addirittura 23 volte maggiore. La prevenzione deve dunque avere la massima priorità.
In linea di massima, per qualsiasi veicolo a due ruote, un costo elevato non implica necessariamente una buona qualità, ma un prezzo basso comporta spesso grandi rischi. Nei test condotti da DEKRA sui monopattini elettrici sono stati messi alla prova sia modelli omologati in Germania, sia prodotti privi di omologazione. Per quanto riguarda stabilità e lavorazione sono emerse nette differenze. Mentre per esempio il modello omologato per le strade tedesche ha superato diversi test di impatto con il cordolo riportando solo lievi danni, il monopattino non omologato ha evidenziato una rottura del manubrio fin dal primo urto analogo. Tuttavia, anche nella pluriennale esperienza di DEKRA con le pedelec si sono registrate spesso notevoli differenze qualitative, che possono riguardare da un lato la stabilità del telaio e della forcella, dall’altro la qualità dei freni e dei dispositivi luminosi. Nette differenze si possono inoltre riscontrare nella regolazione del motore. Specialmente sulle pedelec con motore frontale, la combinazione di forcella poco resistente alle torsioni e scarsa regolazione del motore può influenzare in modo estremamente negativo il comportamento dinamico in curva e, di conseguenza, la sicurezza di guida. In questi casi vanno messe in conto gravi cadute.
Un’importante base per tutte le misure – lo dimostra una volta di più in modo netto anche questo rapporto – sono innanzitutto statistiche dettagliate e uniformi, come quelle che DEKRA non si stanca mai di richiedere. Le statistiche internazionali – come quelle della banca dati europea della CARE o i rapporti annuali dell’IRTAD (International Road Traffic and Accident Database) – e nazionali forniscono oggi dati molto più precisi rispetto a pochi anni fa. Per quanto riguarda per esempio moto, scooter, motorini e ciclomotori continua a mancare in numerose statistiche sugli incidenti una chiara separazione fra i diversi veicoli motorizzati. In particolare, una banca dati europea armonizzata sugli incidenti sarebbe importante anche perché la politica può creare le condizioni quadro per una maggiore sicurezza stradale solo sulla base di dati più dettagliati e precisi.
Per ridurre il numero di incidenti subiti dagli utenti della strada più vulnerabili è possibile ricorrere a una vasta scelta di misure: dalle buone condizioni tecniche dei veicoli (in particolare per quanto riguarda freni e illuminazione), alla vestibilità dei caschi, fino ai sistemi di sicurezza attiva (come ABS ed ESP) o anche al sistema automatico di chiamata d’emergenza eCall. Inoltre, poiché anche i difetti tecnici possono essere corresponsabili di un numero non trascurabile di incidenti, è ancora più importante verificare a intervalli regolari la sicurezza, in particolare delle moto, nell’ambito delle revisioni periodiche. Un notevole potenziale di ottimizzazione risiede inoltre – solo per citare alcuni punti – nella messa in sicurezza dei punti pericolosi, nella manutenzione della dotazione stradale, nel monitoraggio della velocità nei “punti caldi”, nell’installazione di idonee barriere di sicurezza, così come nello sviluppo delle piste ciclabili.
In conclusione – come già nei rapporti DEKRA sulla sicurezza stradale degli scorsi anni – non va dimenticata una chiara condizione: per fare in modo che nella circolazione stradale le situazioni di pericolo non si vengano nemmeno a creare, rimangono imprescindibili un comportamento responsabile, la corretta valutazione delle proprie capacità e un’elevata accettazione delle regole da parte di tutti gli utenti della strada.