Rischi a confronto in base alla tipologia di mezzo di trasporto

04 apr 2016 Incidenti
Se si mettono a confronto i diversi tipi di utenza della strada in quanto a trasporto di persone, è presto chiaro che il rischio di morire in un incidente stradale è sempre di gran lunga superiore con un’auto privata che non con i mezzi pubblici. I motivi principali, come si riporta in una pubblicazione dell’Ente federale di statistica del 2011 su “Rischi dei mezzi di trasporto a confronto”, dovrebbero essere le più ampie misure di sicurezza nei mezzi di trasporto pubblici e una più bassa probabilità di errore umano.
Un confronto delle cifre assolute per le singole tipologie mostra che nel corso di un anno la maggior parte dei morti sono gli occupanti delle auto. Se, però, si considera il numero di morti separatamente per luogo (zone urbane, extraurbane senza autostrada, autostrada), risultano differenze considerevoli. A confronto, il numero di incidenti dei restanti mezzi di trasporto è molto inferiore.
Il confronto delle cifre assolute di persone coinvolte in incidenti non è tuttavia sufficiente per poter esprimere un dato sul rischio d’incidenti dei singoli mezzi di trasporto. Solo il rapporto tra incidenti e incidentati su un numero di base congiunto - ovvero la frequenza di utilizzo - può fornire chiarimenti sul rischio. Possibili grandezze per rilevare l’utilizzo di un veicolo sono per esempio il parco veicoli, il numero delle ore passate in questo mezzo, il numero delle persone trasportate o delle tratte percorse.
Secondo molti esperti la grandezza di riferimento più idonea per relativizzare l’incidente con diversi mezzi di trasporto pare essere il cosiddetto passeggeri-km. Perché grazie alla combinazione contenuta nel passeggeri-km della prestazione “chilometri percorsi” e del “numero di persone trasportate” si compensano le distorsioni che altrimenti risulterebbero considerando solo una di queste grandezze.
Nel 2011 l’Ente federale di statistica ha calcolato la media del numero di feriti o morti per un miliardo di passeggeri-km per gli anni dal 2005 al 2009 con cinque mezzi di trasporto: auto, autobus, treno, tram e aereo. Sia per i feriti che per i morti la sequenza era identica. Il mezzo in assoluto più pericoloso era l’auto (276 feriti e 2,9 morti per un miliardo di passeggeri-km), seguita dall’autobus (74/0,17), il tram (42/0,16) e la ferrovia (2,7/0,04). Il più sicuro era il volo di linea con 0,3 feriti e quasi zero morti per un miliardo di passeggeri-km.
In realtà, il rischio di restare vittima di un incidente mortale con l’auto si è ridotto sostanzialmente e in modo duraturo in Germania dal 1995 di oltre il 70% – da circa sette morti per miliardo di passeggeri-km a circa due morti per miliardo di passeggeri-km.
Questo significa che oggi gli occupanti di un’auto viaggiano quasi sicuri quanto gli occupanti di un veicolo adibito al trasporto merci spesso molto più pesante. Resta comunque il fatto che il rischio riferito alla prestazione di trasporto (passeggeri-km) di rimanere coinvolti in un incidente mortale in auto è molto superiore rispetto al trasporto pubblico.
La sequenza illustrata resta valida anche nel confronto UE. Tuttavia, esiste un mezzo di trasporto ancora più rischioso dell’auto: la motocicletta. Per un miliardo di passeggeri-km muoiono in Europa in media 53 centauri. Già soltanto in Germania il rischio di morire in un incidente stradale con la moto dotata di targa era 24 volte maggiore rispetto all’auto per passeggeri-km. L’alto rischio non cambia nemmeno se si prende il parco veicoli come misura di grandezza. In Germania, misurato con il parco, secondo informazioni dell’Ente federale di statistica nel 2014 sono morti in incidenti rispettivamente ogni 100.000 veicoli quattro conducenti di moto con contrassegno d’assicurazione, 15 conducenti di motociclette con targa e quattro passeggeri di auto. Da queste cifre si evince chiaramente che, in primo luogo, il rischio di incidente per i motociclisti è complessivamente maggiore rispetto all’auto e, in secondo luogo, sono molto più gravi le conseguenze degli incidenti per i conducenti di moto con targa a confronto con quelli con contrassegno d’assicurazione nonché dei passeggeri di auto. Per coloro che salgono a bordo delle motociclette con targa convergono due fattori: nonostante l’abbigliamento protettivo sono molto meno protetti degli occupanti di un’auto e viaggiano a velocità molto più sostenuta rispetto ai conducenti di moto con contrassegno d’assicurazione.

PASSEGGERI DI AUTOBUS MORTI IN GERMANIA E NELL’UE

Dal 1995 i dati pubblicati dall’Ente federale di statistica contengono anche cifre riguardanti i passeggeri di autobus in Germania morti in incidenti stradali, suddivisi per pullman turistici, autobus di linea, scuolabus, filovia e altri bus sconosciuti, non classificabili per i poliziotti che hanno rilevato l’incidente secondo la tipologia di cui sopra. Le cifre sono complessivamente molto contenute e fortemente variabili a causa di singoli incidenti gravi. Per esempio, nel settembre 2010 si verificò un incidente su un’autostrada in cui un pullman turistico urtò contro il pilastro di un ponte, in seguito alla collisione con un’auto. Morirono 13 passeggeri. Questo corrisponde al 59% di tutti i 22 morti in pullman nel 2010.
Per gli anni 1998, 2001 e 2006 la statistica non indica alcun passeggero di pullman morto in seguito a un incidente in Germania. La “visione zero” è stata quindi per questo gruppo di utenti temporaneamente realtà. Tuttavia, vi sono anche singoli anni (tra cui il 2007, 2010 e 2014) in cui il numero dei morti tra i passeggeri di pullman turistici domina il totale di tutti i morti sui pullman. È piacevole apprendere che nei singoli 15 anni del periodo illustrato nessun utente della strada è morto come passeggero di uno scuolabus. A confronto, anche a livello europeo muoiono pochi passeggeri di bus in incidenti stradali. A fronte dei dati a lungo termine pubblicati da CARE, è possibile illustrare separatamente lo sviluppo storico per i 15 Stati secondo le ubicazioni dal 1991 al 2013.
Le cifre relativamente basse hanno raggiunto il massimo (267 morti) nel 1992 e hanno subìto un calo del 61% dal 2001 al 2010; questo significa che l’obiettivo di dimezzare il numero di morti ambito dall’UE nel terzo programma di sicurezza stradale è stato di gran lunga superato.
Si evince che i passeggeri di pullman restano vittime principalmente in incidenti extraurbani. Tipicamente si tratta di occupanti di pullman turistici o autobus di linea che operano su lunghe distanze. Mentre in alcuni anni i morti per incidente erano più frequenti in autostrada, in altri anni i sinistri avvenivano più spesso su altre strade extraurbane.
Gli incidenti che vedono coinvolti i bus sono sempre caratterizzati da singoli incidenti gravi in cui di regola restano vittime i passeggeri. Così, per esempio, si spiega l’aumento a 118 morti nel 2013 con un incidente avvenuto nell’Italia meridionale a luglio, in cui morirono 38 persone dopo che il veicolo precipitò per 30 metri in un burrone. Un tragico incidente si è inoltre verificato ad ottobre del 2015 nei pressi della città di Bordeaux nel sud-ovest della Francia in cui persero la vita 43 persone.